Ogni domenica vi faremo compagnia in questo tempo liturgico, con i commenti al Vangelo del Giorno a cura delle nostre studentesse.

Questa settimana la parola ad Angela Park, coreana, studentessa alla Pontificia Università Gregoriana

Mt 17,1-9

Il volto di Gesù brilla come il sole e le sue vesti diventano candide come la luce. Se fossi stata lì, sarei stata troppo abbagliata per guardarlo bene. Sarebbe stata un’esperienza spaventosamente mistica. Pietro dice: “Farò qui tre tende”. A volte, quando vivo una bella esperienza, il tempo si ferma e voglio che il momento continui. Pensate che Pietro abbia provato la stessa cosa?
Ad essere sincera, all’inizio della Quaresima mi sentivo un po’ sopraffatta. Camminare con la croce è troppo difficile, anche se so che c’è un Gesù risorto oltre la morte. Così, quando Pietro ci ha suggerito di costruire una tenda e di fermarci, ho pensato che fosse troppo bello per essere vero. Volevo essere in un luogo che non parlasse della croce e della sofferenza, ma della divinità e della maestà di Gesù. Come il paradiso.
Poi mi sono improvvisamente ricordata di ciò che Papa Francesco ha detto la scorsa Epifania. Che la fede inizia quando facciamo spazio all’inquietudine e che se i Magi non avessero intrapreso il rischio del viaggio, non avrebbero incontrato il bambino Gesù.
Ai discepoli che sentono la voce di Dio e hanno paura, Gesù dice: “Alzatevi e non temete”. Mi è sembrato che stesse parlando a me. A me, che ho paura di prendere la mia croce e camminare. Chiedo al Signore di aiutarmi a rendere l’inquietudine un’amica nel mio cammino quaresimale, di darmi un po’ più di coraggio in questo viaggio.

Angela Park

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