Storia

Il Conservatorio SS. Concezione appartiene a quelle istituzioni che, nella Roma del XVI-XIX secolo, costituivano una delle più importanti offerte assistenziali e caritative, al pari degli ospedali, confraternite, ospizi. I conservatori, sorsero allo scopo di “conservare” e salvaguardare l’onestà delle donne, dare loro una alfabetizzazione primaria, una cristiana educazione e insegnare loro un mestiere.
Nel 1668, in questo scenario, fu istituito il Conservatorio della “Santissima Immacolata Concezione di Maria”, più comunemente conosciuto come “Conservatorio delle Viperesche”. La fondatrice fu Livia Vipereschi, nobildonna romana che si consacrò e dedicò tutta la sua vita alle opere di carità.

Il Conservatorio, eretto su via di San Vito dove tuttora persiste, fu realizzato con il contributo economico di personaggi illustri del contesto romano, come la principessa Lucrezia Rospigliosi. Con i finanziamenti della principessa Maria Camilla Orsini Borghese, venne invece edificata la piccola chiesa annessa all’istituto. Appena fondato, il Conservatorio fu dotato delle prime Costituzioni e regole, che descrivevano un governo esterno, costituito dal Vicegerente e quattro Deputati, e un governo interno, composto dalla Madre Superiora e dalle Maestre. Originariamente trovavano accoglienza in questa struttura nubili, ragazze orfane e abbandonate provenienti per lo più da famiglie romane. Alla morte della fondatrice, avvenuta il 6 dicembre del 1673, le fanciulle divennero eredi del patrimonio della fondatrice, con un’entrata annua di 300 scudi, e assunsero il nome di “Viperesche”.

A partire dal XVIII secolo, come ospiti del Conservatorio, si ricordano anche le Educande e le Oblate. Le prime erano ragazze provenienti da famiglie benestanti ospitate sotto pagamento mensile di una retta. Le Oblate, invece, erano circa 10 ragazze, nubili o vedove, che decidevano di restare per tutto il resto della loro vita nel Conservatorio, vestendo l‘abito delle Carmelitane e occupandosi del coro.

Tutte le fanciulle ospitate si dedicavano alla preghiera, agli esercizi spirituali, all‘educazione cristiana, allo studio e ai lavori domestici e manuali, in particolare alla lavorazione dei guanti.

L’aumentare delle ragazze, le esigenze monastiche e lo svolgimento dalle attività artigianali portarono alla necessità di ampliare la struttura (1760-1762).


Col passare degli anni il Conservatorio continuò a funzionare sul modello delle origini, fino a che nel 1869 si trasformò in “Convitto Vipereschi della Santissima Concezione”. Sotto la direzione delle Maestre Pie Venerine venne istituita una scuola materna privata, una scuola elementare parificata, un educandato, che offriva alloggio agli studenti, e un centro per studentesse universitarie, alle quali veniva concesso vitto, alloggio, assistenza religiosa e culturale.

Lo statuto redatto nel 1876 ribadiva lo scopo del Conservatorio di dare rifugio, gratuito o a pagamento, alle giovani ragazze ma anche alle vedove.

Col restauro del 1930, l’edificio fu posto in condizioni staticamente buone, furono riorganizzati gli spazi e si stabilì di adibire a negozi e magazzini la maggior parte dei locali a pianterreno.

Il Conservatorio è stato riconosciuto come Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficenza (IPAB) con Decreto n. 6972 del 17 luglio 1890.

Con delibera della Giunta regionale del 15 aprile 1993, n. 2644 il Conservatorio è stato riconosciuto come Fondazione, personalità giuridica di diritto privato, e pertanto cancellato dal novero delle IPAB. Risale allo stesso anno l’ultimo Statuto che indica, tra gli organi dirigenti, il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Revisori. Il Conservatorio ha come finalità l’accoglienza di studentesse universitarie e svolge pertanto servizio di collegio universitario. Dal 1988 al 2017 è stato diretto dalle suore della Congregazione delle Discepole del Redentore nella Comunità Cristiani nel Mondo.

il Conservatorio tuttora, comprende al suo interno due realtà formative universitarie: il Collegio Teologico Femminile “S. Cecilia” dal 1988 e dal 2017 lo Studium Evangelii Gaudium, sulla spinta della riforma missionaria e degli studi accademici ecclesiastici promossi da papa Francesco.

Nella stessa sede è conservato l’archivio del Conservatorio, l’archivio della famiglia Vipereschi, nonché i diari autografi di Livia Vipereschi, in cui ella annotava giorno per giorno gli eventi della sua vita e le sue visioni mistiche.

Timeline

Collegio Teologico Femminile ``S.Cecilia``

Sulla scia delle grandi intuizioni del Concilio Vaticano II e in occasione dell’anno internazionale della donna indetto dalle Nazioni Unite (1975), Papa Paolo VI chiese all’ora Segretario della Conferenza Episcopale Italiana e Presidente della neo Commissione Internazionale di studio per la promozione della donna, S.E. Mons. Enrico Bartoletti, di dare un segno forte da parte della Chiesa di Roma, in ordine alla valorizzazione della donna. Essendo al tempo anche membro della Commissione Episcopale, nominata dal Papa stesso, per l’alta direzione del Collegio Capranica, mons. Bartoletti si fece aiutare nella determinazione di idee opportune e nella concretizzazione da Mons. Franco Gualdrini, rettore dello stesso Collegio.
Il Collegio Capranica offrì “Villa Santa Cecilia“, sita a Vitinia, a pochi chilometri da Roma, appena ricevuta in donazione da Mons. Umberto Dionisi, anch’egli capranicense e rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.
La direzione fu affidata ad una giovane studentessa della Pontificia Università Gregoriana, Ide Manici, indicata da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, a cui mons. Gualdrini si era direttamente rivolto.
Nell’affidare l’incarico alla prima giovane responsabile, Mons. Bartoletti diceva: «Questa è un’opera di Dio e io ho quasi la pretesa di considerarla un po’ profetica e mi sembra che possa essere di vantaggio per la Chiesa» (I. Manici, Verbale incontro Bartoletti-Manici, 1973, in Archivio CTF “S. Cecilia”).

Nell’anno accademico 1974-75 prese così avvio il “Convitto S. Cecilia”, la convivenza delle prime quattro ragazze lanciate in questa importante avventura ecclesiale ed umana, con la diretta responsabilità dei loro vescovi delle Diocesi di Agrigento, Reggio Calabria, Roma e Trieste.
Ad esse se ne aggiunsero presto delle altre e il gruppo crebbe considerevolmente, accogliendo studentesse di molti Paesi del mondo.
Mons. Gualdrini diede alle giovani studentesse anche un assistente spirituale, Don Sante De Giorgi.

Fu un anno decisivo per il consolidamento del CTF, grazie all’udienza privata con Papa Giovanni Paolo II. Prima di celebrare l’Eucaristia mattutina con le studentesse ed altre ex alunne, il Papa polacco ebbe per loro parole di incoraggiamento, tratteggiando anche i punti forti della loro esperienza accademica ed ecclesiale (Discorso al CTF, 22 novembre 1982).
Erano presenti all’udienza anche il Card. Sebastiano Baggio, allora Presidente della Commissione Episcopale dell’Almo Collegio Capranica, e promotore dell’incontro; il rettore Mons. Franco Gualdrini, Mons. Carlo Caffarra, Preside dell’Istituto per gli studi su matrimonio e famiglia, allora residente a “Villa S. Cecilia”; inoltre, l’assistente spirituale don Sante Di Giorgi e la neo responsabile, la dott.ssa Maria Teresa Vaccari; infine, alcune religiose Figlie di Maria Corredentrice, che prestavano servizio ai pellegrini presso la “Villa S. Cecilia”.

Il numero delle donne inviate dalle Chiese locali continua ad aumentare, raggiungendo 37 unità nell’anno accademico 1983-1984, provenienti da Diocesi dei 5 Continenti.
Intanto vi è anche una alternanza nella direzione del CTF, passando dalla dott.ssa Maria Teresa Vaccari (1982-1986), ormai impegnata presso le Pontificie Opere Missionarie, alle ex alunne Caterina Ferlito (1986-1987) e Elisabetta Biguzzi (1987-1988).

La residenza a Vitinia si rivela scomoda di fronte agli impegni accademici concentrati nel centro di Roma. Nel 1988 il rettore del Collegio Capranica, Mons. Luciano Pacomio, succeduto a Mons. Gualdrini, eletto vescovo di Terni (1983), si adopera per trasferire il CTF presso il Conservatorio “Santissima Concezione detto delle Viperesche”, un Collegio universitario femminile nei pressi della Stazione Termini, tra le basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore.
La Commissione Episcopale del Collegio Capranica si impegna ad assicurare sostegno economico alle studentesse, mediante il conferimento di borse di studio, con le quali coprire almeno in parte le spese del vitto e dell’alloggio.
Nel contempo, ne affida la responsabilità a suor Gisella Lupo, ex alunna e divenuta religiosa nell’Istituto religioso Discepole del Redentore della Diocesi di Agrigento.
L’Istituto religioso terrà la direzione per quasi 30 anni (fino al 2017).

In occasione del 20° e 25° anniversario (1995 e 2000) e di una felice compresenza di studentesse entusiaste del carisma originario del CTF, ben radicate ecclesialmente e motivate dal punto di vista accademico, si è tenuto un incontro con il Card. Camillo Ruini, all’epoca Vicario del Papa per la Diocesi di Roma e Segretario della Conferenza Episcopale Italiana (nonché capranicense) e tentato di delineare una prima identità giuridica e un primo Statuto.

Con il cambio di rettorato capranicense, assunto da mons. Michele Pennisi, nel 2002 la CEI inizia a sostenere anche economicamente il CTF.
Al 2016 si contano quasi 300 giovani donne, provenienti dalle Diocesi dei 5 Continenti, che hanno vissuto l’esperienza di comunione, preghiera e servizio durante lo studio teologico romano.

Nell’anno accademico 2016/17 la sede del Collegio “SS Concezione” è sottoposta ad importanti lavori di ristrutturazione da parte del Vicariato di Roma, grazie al fattivo impegno di Mons. Antonio Interguglielmi e del Consiglio di amministrazione dell’omonima Fondazione, a cui appartiene il Collegio.
Con l’illuminata guida del nuovo rettore del Collegio Capranica, Mons. Ermenegildo Manicardi, il CTF vede il suo rilancio sul piano formativo e direttivo: la responsabilità viene affidata alla prof.ssa Elisabetta Casadei, ex alunna; accanto al CTF sorge lo Studium Evangelii Gaudium, per giovani studentesse e docenti, che intendono promuovere il dialogo tra le scienze teologiche, umane, sociali e naturali.
Le due realtà condividono il medesimo stile di vita, fatto di comunione, forte impegno nello studio o nella professione, servizio e preghiera.
Segno di questo rinnovamento è il cambio di denominazione: da “Convitto S. Cecilia” a Collegio Teologico “S. Cecilia”, più rispondente alla sua natura di convivenza universitaria, in cui accanto alla formazione accademica nelle Università e Istituti Pontifici, vi è la possibilità di maturare una crescita umana, spirituale ed ecclesiale di natura laicale, e nella prospettiva di un reale inserimento nella Chiesa locale.

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